Zone 3: Rapporti
Comunicato stampa Lugano, 2 dicembre 2022
Rifugi e profughi, un tuffo «sotto la superficie» del lavoro di Protezione civile
In occasione dell›annuale Rapporto Ufficiali, che oggi ha visto coinvolti oltre 70 partecipanti con la promozione di 10 Ufficiali e 14 Sottufficiali e il proscioglimento di altri 4, il Consorzio Protezione civile Regione Lugano Città ha presentato un bilancio delle attività svolte nel 2022 e ha rivolto uno sguardo sul prossimo futuro. L’anno che va concludendosi è stato segnato, per la PCi Lugano Città come per tutta la società, dal passaggio da una crisi all’altra: da COVID-19 alle conseguenze della guerra in Ucraina, con in particolare l’arrivo di profughi in fuga dal conflitto. Una situazione che ha dimostrato ancora una volta quanto sia fondamentale quel lavoro «sotto la superficie» che permette sia di mantenersi pronti in generale per situazioni di emergenza sia di reagire in modo puntuale, con tempestività ed efficacia, quando un’emergenza si presenta.
«Con il progressivo attenuarsi della pandemia di COVID-19, che ci ha visti comunque ancora impegnati con le vaccinazioni, pensavamo di poter riprendere gradualmente una velocità di ‹crociera›, e invece è arrivata la guerra in Ucraina che ci ha chiamati all’azione di accolta dei profughi in fuga dal conflitto», ha osservato Alfredo Belloni, Presidente della Delegazione consortile, portando nella Sala Teatro della Chiesa della Trasfigurazione a Breganzona il saluto dell’Autorità politica esecutiva del Consorzio e il ringraziamento per il lavoro svolto.
Le incognite legate a reclutamento, energia, finanze
«Un anno dunque ancora una volta intenso e particolare, al quale si aggiungono diverse incognite per il futuro, a partire dal reclutamento», ha continuato Belloni. «La piramide d’età che si restringe nelle fasce giovani, l’esercito che, di conseguenza, sarà più ‹largo› nella valutazione dell’idoneità al servizio e l’abbassamento dell’età limite per il servizio previsto dalla nuova legge si traducono in molte meno persone a disposizione della Protezione civile. Se ci saranno compensazioni ancora non è chiaro. Se aggiungiamo la crisi energetica e le incertezze in tema di finanze pubbliche, dobbiamo prepararci ad altre annate dure. Una condanna? Una sfida? Certo è che saranno ancora più centrali capacità, motivazione, apporto e senso di responsabilità di tutti – professionisti, ufficiali, sottufficiali e militi – per continuare il nostro lavoro a servizio della comunità».
«Sotto la superficie», tra rifugi e accoglienza dei profughi
Un lavoro, quello della Protezione civile, che in gran parte si svolge «sotto la superficie», ha ricordato Aldo Facchini, Comandante CPCiRLC. «Un esempio sono i rifugi, i posti protetti che devono essere a disposizione della popolazione in caso di conflitto armato o catastrofe. Per anni è sembrato un tema lontano, ma con la guerra in Ucraina è tornato di attualità. E non tutti sanno che è la Protezione civile a occuparsi di seguire la continua evoluzione dei rifugi: la popolazione che aumenta o diminuisce, edifici con rifugio che vengono abbattuti, edifici che cambiano destinazione e non hanno più rifugi abbastanza capienti, il collaudo degli impianti, la verifica che non siano stati compiuti abusi e tutta la macchina organizzativa legata ai controlli e ai loro esiti. La legge prevede che la valutazione dell’operatività di tutti i posti protetti sia effettuata ogni 10 anni e la PCi Lugano Città, che ne ha ‹in consegna› 100’000, organizza ogni anno tra le tre e quattro ‹campagne› di una settimana per effettuare i controlli nei rifugi pubblici e soprattutto nei 3’500 rifugi privati. Eseguiamo 700 controlli all’anno, grazie a 50-60 militi appositamente formati, cosa che ci permette di completare il ciclo di verifica molto prima della scadenza di legge. È uno sforzo gestionale molto importante e ‹invisibile›, che garantisce di mantenersi pronti in caso di necessità. Il prossimo passo, d’intesa con il Cantone, sarà lavorare sull’automazione: oggi le informazioni sono sparse tra varie banche dati che non si parlano. Un ‹contenitore unico› permetterà di ottimizzare le risorse e concentrarle sugli aspetti operativi.»
Anche quando le «tute arancioni» della Protezione civile intervengono «al fronte», tempestività ed efficacia dell’azione sono possibili grazie a questo lavoro «sotto la superficie» di preparazione e pianificazione. «L’intervento di accolta dei profughi dall’Ucraina all’ex Convento dei cappuccini a Lugano è un altro esempio: individuare il luogo, predisporlo, organizzare l’arrivo, la partenza e la permanenza delle persone, che seppur temporanea richiede di prendere in considerazione tutti quegli aspetti di quotidianità – da una lavatrice ai giochi per bambini all’informazione su come muoversi nel territorio – che si tende a dare per scontati», ha illustrato il Comandante Facchini. «Complessivamente l’intervento ha registrato 230 giorni di impiego, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, con la partecipazione di 155 militi per 2’194 giorni di servizio complessivi, cui se ne aggiungono 300 da parte dei professionisti della PCi Lugano Città.»
Sull’impegno nell’ambito della gestione dei rifugi ha portato la sua testimonianza dal campo Nevio Canepa, Istruttore / Addetto alla manutenzione PCi Lugano Città.
Il «manuale d’uso» della PCi
Proprio per favorire pianificazione e intervento, nonostante l’ampio impegno al fronte di quest’anno come dei precedenti la PCi è riuscita nel 2022 a portare a termine un altro importante lavoro «di fondo» con il completamento del catalogo delle prestazioni che i Consorzi possono offrire in tutte le regioni del Ticino, messo a punto con il Cantone (il documento è consultabile qui).
«Si tratta di uno strumento chiaro, sintetico e operativo che indica quali attività possiamo svolgere, come e per quanto tempo in tutti i settori di intervento: salvataggio, aiuto alla condotta, assistenza, protezione dei beni culturali e logistica. L’obiettivo di questo lavoro, avviato nel 2015, è stato definire e declinare nel concreto cosa significano ‹prontezza›, ‹capacità di intervento› e ‹prestazione› per un’organizzazione quale la nostra, traducendo così in termini pratici i compiti generici di protezione, assistenza e sostegno alla popolazione e agli altri enti di intervento che la legge ci affida», ha spiegato il Comandante CPCiRLC Aldo Facchini.
«La finalità è soprattutto migliorare la reciproca conoscenza e il coordinamento con i partner di intervento, nonché la condotta all’interno della PCi, rendendo più efficiente ed efficace l’impiego delle risorse. È un modo per parlare tutti la stessa lingua. I nostri partner potranno così sapere chiaramente che, se serve, possiamo garantire l’illuminazione del luogo di un sinistro, e possiamo farlo con determinati mezzi, in un determinato tempo di messa in esercizio e per una determinata durata. O ancora cosa possiamo assicurare in termini di intervento in caso di macerie o inondazione, nell’allestimento di strutture funzionali alla gestione di crisi o all’assistenza delle persone coinvolte, nell’evacuazione, trasporto e stoccaggio di beni culturali, e molto altro», ha indicato ancora il Comandante.
«Per arrivare al catalogo siamo partiti da un’analisi sistematica dei casi d’emergenza in cui la PCi è stata maggiormente coinvolta, delle aspettative dei partner e delle nostre possibilità e limiti di legge, per individuare in modo pratico obiettivi, compiti e relative conseguenze per il nostro lavoro. Non abbiamo comunque aspettato che il catalogo fosse definito in ogni dettaglio per iniziare ad ‹allinearci› ad esso. Piuttosto il contrario: abbiamo iniziato da subito ad applicarlo nel concreto delle scelte in termini di istruzione, materiali e sistema d’allarme, per poi finalizzarlo in un documento che sarà distribuito a Comuni ed enti partner e che, anche per trasparenza, è a disposizione di tutti i cittadini sul sito del Cantone.»
Il 2022 della PCi Lugano Città in cifre
Nel 2022 militi, quadri e professionisti del Consorzio Protezione civile Regione Lugano Città hanno prestato complessivamente 9’435 giorni di servizio, per un totale di 2’220 partecipanti. Da segnalare, tra gli altri, gli interventi a sostegno anche del grande incendio nel Gambarogno e della siccità nel Mendrisiotto. Non si è raggiunto il picco del 2021, segnato dalla campagna di vaccinazione, ma – a confermare un anno comunque molto sollecitato – si è rimasti largamente sopra la media (7’600 giorni) del triennio 2018-2020.
Nell’ambito dell’istruzione la PCi Lugano Città si è concentrata in particolare sulla messa a disposizione dei propri istruttori per i corsi impartiti al Centro d’istruzione cantonale, per un totale di 190 giorni di servizio complessivi.
Non sono mancati numerosi e vari interventi di pubblica utilità a favore della comunità, con tra i 2’500 e i 3’000 giorni di servizio complessivi in attività che sono andate dalla cura del territorio all’ormai consueto sostegno a manifestazioni come Stralugano, Bike Emotions e Festa nazionale fino a quello, non pianificato, all’organizzazione dell’Ukraine Recovery Conference del 4 e 5 luglio a Lugano.
L’anno in arrivo e l’«Armageddon» in vista
La parola d’ordine per l’anno in arrivo della PCi Lugano Città è consolidamento. «L’obiettivo è migliorare e approfondire il nostro servizio a favore dei nostri partner: Comuni, altri enti di intervento – polizia, pompieri, servizi sanitari e servizi tecnici – e organizzatori di grandi manifestazioni», ha osservato Christian Albeverio, sostituto Comandante / Capo dell’istruzione. «Prevediamo un volume di impiego intorno ai 7’900 giorni di servizio complessivi, incognite ed emergenze permettendo. Tra le altre cose è in programma il ritorno del campo estivo per persone anziane a Sommascona, che negli ultimi anni non abbiamo potuto offrire a causa della pandemia e dei suoi strascichi. Dedicheremo inoltre una particolare e rinnovata attenzione all’istruzione dei militi, ad esempio rafforzando i moduli di istruzione tematici. Soprattutto continueremo a prepararci in vista del 2025, che qualcuno ha definito l’'Armageddon' della Protezione civile: la – massiccia – riduzione degli effettivi diventerà realtà e dovremo dunque usare questi prossimi anni per capire quale sarà il nostro potenziale di intervento, ed evolverci di conseguenza. Ma non ci spaventiamo e non ci faremo trovare impreparati».
Tre giornate di esercitazioni per i partner della protezione della popolazione
Negli scorsi giorni hanno avuto luogo tre esercitazioni che hanno visto coinvolti Polizia cantonale, Protezione civile, Pompieri, Servizi ambulanze, Servizi tecnici ed Esercito. Gli enti di primo intervento, insieme ai rappresentanti della Protezione civile, Strutture carcerarie cantonali, Ufficio del veterinario cantonale e Ufficio della gestione dei rischi ambientali e del suolo, hanno potuto consolidare la collaborazione in caso di catastrofe.
Il 26 settembre 2018 al Centro d’istruzione della Protezione civile a Rivera è stato organizzato un seminario per gestire un blackout al sistema di comunicazione radio. All’esercitazione hanno partecipato rappresentanti della Sezione del militare e della protezione della popolazione e della Polizia cantonale nonché comandanti e quadri delle Organizzazioni regionali di Protezione civile. L’esercizio ha soprattutto permesso di riflettere sulle possibili soluzioni volta a mantenere operativo il sistema di comunicazione Polycom in caso di assenza parziale o totale di elettricità.
Nel secondo esercizio, svoltosi al Carcere aperto a Torricella tra mercoledì 26 e giovedì 27 settembre, è stata simulata un’operazione di trasferimento di alcuni detenuti causata dall’inagibilità di alcuni locali al Carcere penale «La Stampa». La situazione ha richiesto un intenso lavoro di pianificazione e di condotta delle operazioni, in particolare sulla predisposizione di strutture alternative atte ad accogliere i detenuti evacuati.
La terza esercitazione è stata messa in pratica sull’arco di tre giornate (da martedì 25 a giovedì 27 settembre) presso il Consorzio Protezione Civile Regione di Lugano Campagna con sede a Mezzovico. Lo scenario iniziale presentava una situazione di contagio da virus di afta epizootica riscontrata in alcuni animali presso un’azienda agricola, con conseguente propagazione su vasta scala. La simulazione ha richiesto un costante coordinamento tra specialisti in diversi ambiti, nonché per esercitare le strutture di condotta in situazioni eccezionali, sul piano sia regionale sia cantonale.
Nelle prossime settimane saranno valutati i risultati delle tre esercitazioni e, laddove necessario, verranno predisposti dei correttivi per migliorare ulteriormente l’efficacia degli interventi in situazioni particolari, che superano cioè l’ordinaria attività dei servizi coinvolti.
E’ stata questa una nuova occasione per confermare come la Protezione Civile sia in grado di assumere in modo polivalente numerosi compiti sia operativi sia nel quadro della condotta, agendo in modo autonomo o rinforzando i mezzi dei Partner e le Autorità politiche in modo professionale, concreto ed efficace. Per raggiungere questi obiettivi è però necessario continuare a garantire una stretta cooperazione tra Confederazione, Cantoni, Comuni ed Organizzazioni di Protezione civile, i mezzi necessari in termini umani e di equipaggiamento come pure le indispensabili risorse finanziarie. E’ questa una sfida che speriamo i politici raccolgano nel quadro della prossima revisione della Legge federale rispettivamente delle Leggi di applicazione cantonali.
Esposizione universale EXPO 2015 – Visite del 22 e 29 settembre
Care lettrici e Cari lettori,
nell’ambito delle attività della Federazione svizzera di Protezione civile ed in relazione alle manifestazioni organizzate dalla Zona 3, con il presente comunicato abbiamo il piacere di informarvi sulle visite effettuate in seno all’Esposizione universale EXPO 2015 che ha avuto luogo a Milano dal 01 maggio al 31 ottobre 2015.
L’offerta era aperta al personale professionale delle sei Regioni di Protezione civile (PCi) che compongono le rispettive Organizzazioni, come pure agli Ufficiali di milizia in esse incorporati.
Gli obiettivi della giornata possono essere così sintetizzati:
- visita all’Esposizione mondiale EXPO 2015;
- informazioni sul servizio di sicurezza;
- informazioni sul dispositivo sanitario;
- rafforzamento dello spirito di gruppo;
- conoscenza reciproca fra i Quadri delle varie Regioni di PCi.
Il riscontro ottenuto da quanto proposto ha superato ogni più rosea aspettativa e al momento di organizzare la trasferta abbiamo dovuto riservare due date per poter soddisfare le richieste pervenute. Per questo motivo, abbiamo organizzato due uscite: la prima il giorno 22 settembre 2015 con il coinvolgimento di 33 partecipanti e la seconda il giorno 29 settembre 2015 che ha visto la partecipazione di 49 Quadri per un totale di 82 presenti.
Il viaggio ha avuto inizio dal «Campo base» dell’Organizzazione di PCi della Regione di Lugano Città e si è svolto con un pullman Gran Turismo della ditta Autolinee regionali Luganesi, il cui Direttore è nel contempo incorporato nella Regione organizzatrice dell’evento con il grado di Capitano e Ufficiale dello Stato maggiore responsabile del Servizio trasporti.
L’ordine del giorno preveda:
0900 – 1000 trasferta Lugano-Milano
1000 – 1100 visita della Centrale operativa dell’Esposizione universale
1100 – 1200 informazioni sul dispositivo sanitario
1230 – 1730 visita individuale di EXPO 2015
1730 – 1830 visita al Padiglione Svizzero
1830 – 1900 aperitivo offerto dalla Regione di PCi Lugano Città
1930 – 2130 cena in comune
2200 – 2300 rientro al «Campo base»
2300 commiato e rientro alle Regione di PCi di appartenenza
Per quanto concerne il Servizio di sicurezza è stato appaltato ad un gruppo di società che sono state raggruppate sotto un unico cappello denominato Allsystem che si è occupata della sorveglianza armata e dei servizi di controllo accessi dell’Esposizione universale.
Il primo controllo definito Filtro agli accessi è un tema particolarmente scottante e divenuto rovente dopo l’agguato avvenuto il 9 aprile 2015 al Tribunale di Milano, dove un visitatore entrò indisturbato con una pistola e fece tre vittime.
Questo fatto è stato possibile perché all’entrata del Tribunale non vi era più una guardia giurata e neppure veniva eseguito il controllo «metal-detector».
Per contro, oggi all’EXPO, onde evitare quanto sopra, un visitatore impiega circa 40 secondi per superare i controlli e mettere piede nel sito espositivo; questo al netto della coda.
La tecnologia a disposizione è quella tipica aeroportuale dove il metaldetector passa al setaccio il visitatore, vengono rimossi eventuali orologi a cui segue un’ispezione manuale ai vestiti ed ai bagagli. La maglia è però più larga rispetto alla normativa di sicurezza vigente negli aeroporti italiani; si afferma infatti che i liquidi all’estero possono passare, ma per il resto le regole ed i controlli sono in linea con quanto sopra.
Si tratta di disposizioni emanate dalla Questura di Milano ed i controlli all’entrata non fanno altro che seguirle alla lettera.
Ma non sono solo gli accessi ad essere controllati e pattugliati. Sono circa 500 le guardie giurate impiegate giornalmente su tutta l’area, con pistola nella fondina e alle spalle un addestramento specifico per l’EXPO. Le stesse sono formate per azioni antiterrorismo, psicologia della folla, controllo tramite metaldetector.
Altri 350 operatori fiduciari agevolano gli ingressi e veicolano i visitatori.
In quanto a capienza le disposizioni sono chiare. Il sito potrebbe, in linea teorica, ospitare fino a 400 mila visitatori al giorno, ma in fatto di sicurezza si è in grado di monitorare non più di 250 mila persone contemporaneamente.
Un esempio spiegato nel caso in cui venga segnalata una borsa abbandonata all’interno del sito espositivo. La procedura prevede dapprima la segnalazione alle Forze dell’ordine, poi la messa in sicurezza dell’area interessata ed in base alla stima della pericolosità dell’oggetto viene fatto intervenire il nucleo di pertinenza.
Tutte queste operazioni sono gestite da «la sala dei bottoni» che è il vero cervello della sicurezza dell’EXPO 2015.
Il centro di comando e controllo è situato in Via Drago, a circa 2KM dal sito espositivo. Nel citato centro 15 persone monitoravano giorno e notte ogni centimetro dell’area in una sorta di «grande fratello della fiera».
Videosorveglianza, sistemi per annunci di emergenza, sensori di fumo, tecnologie per la comunicazione con il personale addetto alla sicurezza: il sistema nervoso dell’Esposizione universale è fatto di fibre, cavi elettrici e lenti che raccolgono dati ed informazioni che vengono trasmesse sui monitor del centro di comando.
Un altro mini esercito di 700 telecamere focali, termiche ed a infrarossi sono principalmente installate lungo il perimetro, la piastra, i cardi ed i cluster, oltre che nei padiglioni per le infrastrutture di sorveglianza. Ci sono pure altri 20 centri di comando locale (all’interno dell’area dell’EXPO) e 15 aree dedicate al servizio di sicurezza.
Come si può notare un sistema capillare, professionale, che ha permesso di gestire in modo impeccabile la sicurezza dei visitatori come pure quella dei capannoni e delle infrastrutture per gli otto mesi dell’apertura della fiera universale 2015.
Per quanto concerne il servizio sanitario, il medesimo è stato organizzato dalla Regione Lombardia che ha adottato un programma straordinario di interventi per assicurare al meglio l’assistenza sanitaria ai visitatori della manifestazione che, a priori, sono stati stimati sull’arco degli otto mesi in circa 20 milioni di cui il 25% stranieri, con una presenza giornaliera media di 160 mila persone.
I servizi disponibili al cittadino riguardano in particolare interventi in emergenza per problemi di salute grave ed improvvisi con un pericolo di vita.
Ognuno può selezionare il numero telefonico dell’emergenza 112 per richiedere l’immediato intervento del soccorso sanitario.
In occasione di EXPO è attiva una rete di ospedali prossimi all’area della manifestazione dove è garantita pure la mediazione linguistica per i cittadini stranieri.
Sono pertanto a disposizione i seguenti servizi:
- presidi sanitari a libero accesso: si trovano all’interno dell’Esposizione universale e forniscono gratuitamente assistenza sanitaria di primo intervento a libero accesso nei punti di primo intervento, tutti giorni dalle ore 10.00 alle ore 23.00;
- guardia medica EXPO a Milano città: si tratta di un poliambulatorio nel centro di Milano in via Rugabella 4 (zona Duomo) che offre ai turisti italiani e stranieri alcuni servizi sanitari a libero accesso dalle 08.00 alle 24.00 oltre ad eventuali successive prestazioni specialistiche;
- farmaci e farmacie: le farmacie assicurano ai visitatori un supporto informativo specifico sui farmaci, ma anche informazioni sull’assistenza sanitaria disponibile. Sul territorio delle Provincie di Milano, Monza, Brianza e Lodi è sempre attivo un numero verde gratuito che consente di conoscere l’indirizzo della farmacia più aperta vicina. Per localizzare e conoscere l’indirizzo delle farmacie di turno è costantemente a disposizione un sito internet;
- assistenza specialistica per alcune patologie o condizioni croniche: questo servizio è a disposizione dei visitatori ad EXPO 2015 affetti da patologie croniche o con particolari condizioni di salute. Tramite ciò si possono contattare specifiche strutture ospedaliere per programmare i propri percorsi terapeutici. Anche in questo caso sono a disposizione mappe della Città e siti internet.
Visita al padiglione svizzero:
la parte ufficiale della manifestazione non poteva concludersi senza un’accurata visita al padiglione svizzero.
Deve essere sottolineato il fatto che la Svizzera è stato il primo paese a presentare ufficialmente il proprio progetto in relazione ad EXPO 2015. Il nostro paese ha voluto presentarsi a Milano come una nazione attrattiva, solidale e responsabile nel campo dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile.
Il progetto denominato «Confooderatio Helvetica» presentato da un team di giovani architetti ha saputo convincere la giuria di esperti con un messaggio chiaro, capace di stimolare la riflessione sulla responsabilità personale, sull’equa ripartizione dei beni alimentari e sulla sostenibilità.
Con una superficie di 4432 m2 presenta una grande piattaforma aperta con quattro torri visibili da lontano, riempite di prodotti alimentari.
I visitatori vi accedono attraverso degli ascensori e una volta arrivati in cima possono servirsi dei prodotti. Man mano che le torri si svuotano le piattaforme su cui poggiano si abbassano modificando la struttura del padiglione.
Il progressivo svuotamento è registrato in tempo reale e può essere seguito anche sui media sociali.
Le torri rappresentano il cuore del padiglione svizzero. Siamo poi stati invitati a scoprire la Svizzera, la diversità dei prodotti ed i valori che sono alla base del successo del suo modello. Un viaggio come spunto di riflessione sulla disponibilità degli alimenti nel mondo e sullo sviluppo sostenibile lungo la fiera alimentare.
Vuole anche essere un invito a tutti ad assumere un atteggiamento responsabile e fare un consumo intelligente delle risorse.
I quattro prodotti selezionati per le torri (l’acqua, il sale, il caffè e le mele) rappresentano una Svizzera sostenibile, responsabile, innovativa e fedele alle proprie tradizioni.
In fine si è visitata anche Casa Svizzera con tutte le sue peculiarità che ha destato notevole interesse ai partecipanti.
Per concludere abbiamo potuto assistere ad un’esibizione dei corni delle alpi particolarmente apprezzata, come pure il successivo aperitivo e la succulente cena che, per restare in tema EXPO 2015 e Casa Svizzera, ha avuto quale godenda un’abbondante porzione di carne secca vallesana e una gustosissima fondue moitié-moitié.
Ottimo pure il vino rigorosamente vallesano come pure i superalcolici a tema che ci sono stati offerti dalla gerenza del Ristorante Svizzero.
Al rientro al «Campo base» i partecipanti hanno esternato la soddisfazione per l’interessantissima giornata che nonostante l’impegnativa durata ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissi e che resterà lungamente nei ricordi dei convenuti.
Si ringrazia particolarmente la Federazione svizzera della Protezione civile per il sostegno finanziario e per la fiducia verso le attività della Zona 3 della medesima.
Speriamo di avere interessato le lettrici ed i lettori della presente rivista ed aver rinfrescato la memoria ai nostri 82 partecipanti.
Le idee e i progetti per il 2016 sono già nell’anticamera delle pianificazione atto.
FEDERAZIONE SVIZZERA DELLA PROTEZIONE CIVILE ZONENLEITER 3
ten col Alfredo Belloni
Comandante Consorzio Protezione civile
Regione Lugano Città